Un film non si nega a nessuno tanto meno ad un’avvenente diciottenne qual è Ruby Rubacuori, l’amata immortale del Cavaliere. Il film segnerà un ritorno al Medioevo, al tempo dell’avanzata dell’Islam in Europa. Con “Non ci resta che Tangeri” il cinema trash muove i propri tentacoli in Nord Africa, dove rivoluzioni reali sono in atto. Ma, fanno sapere dalla produzione, il film è stato girato in Spagna intorno a Granada. La paura, si sa, fa novanta, e nessuno vuole sbattere le corna su qualche focolaio di rivolta. Producendo questo film Berlusconi spera che finalmente Ruby si renda indipendente da lui. Dato il successo che il film avrà, il regista Peter Escort prevede già un prezioso sequel: “Arcore a Casablanca”. “Non ci resta che Tangeri” verrà presentato al prossimo Festival di Venezia. Così, una città che in passato ha conosciuto l’aggressività dei Mori, oggi si deve arrendere alla pervicacia di Mora. Non è molto contento Emilio Fede: “Avrebbero dovuto offrirmi una parte”. Ma critico è anche Antonio Di Pietro che parla di “cinema ad orologeria, rimbambente al minimo e lobotomizzante al massimo nonché pieno di refusi di montaggio e piani americani errati perché si fermano alle cosce”. Più specifiche le osservazioni di Walter Veltroni, che da giovane voleva fare il regista: “Ci sono errori di montaggio ma anche di fotografia. Ruby poi è una cattiva attrice ma anche buona quando, ancora imberbe, viene sequestrata dai barbari berberi”. Secondo il critico del Corriere della Sera il film è solo “un saggio sull’arte del palpeggiamento fine a sé stesso, proprio quello che aveva luogo nei festini di Arcore”.