
Fratelli padani la Lega s’è desta, dell’elmo di Umberto s’è cinta la testa. Per gli eroi di Legnano stringersi a coorte contro l’Italia è pane quotidiano. Amano farsi belli per la loro strenua difesa del portafoglio dei padroncini nordisti, gente che i soldi se l’è sudati lavorando e le cui tasse non possono di sicuro esser sprecate in inutili missili per Tripoli e Misurata. Ecco dunque la mozione in sei punti di sutura contro la guerra, uno strumento di guerra al Governo, come se non ce ne fosse già abbastanza in giro. “Quella mozione noi la vogliamo fortemente” ha detto Bossi, mentre il PDL è rintanato sull’Aventino a cercare la quadra per non vivere da subito il cupio dissolvi. E’ così che La Russa vuole vivere l’emozione della guerra; il Ministro della Difesa imbraccia la chitarra come un mitra e intona la canzone di Battisti “Emozioni”, dedicandola a Maroni e Calderoli. “Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi distruzioni”. La maggioranza è dunque disturbata e non poco da tante piccole beghe, e la guerra in Libia proprio non ci voleva. Lo stesso Presidente del Consiglio non dorme sonni tranquilli pensando a Tremonti, che sta preparando la sua guerra personale proprio contro il Premier. E il processo a Berlusconi da giudiziario diventa politico. Il processo nel processo: cosa ne penserebbe Franz Kafka?