Tagli alla cultura. Tagliate le tele dei tagli di Fontana. Bondi: “E’ l’effetto dei tagli sui tagli”

Un taglio di Fontana prima di essere tagliato

Tagliate le tele dei tagli di Lucio Fontana alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. La decisione è stata presa dalla sovrintendenza dopo un tormentato corpo a corpo col Ministro Bondi, che aveva chiesto una tregua, ma che hanno dovuto cedere di fronte alla furia iconoclasta dei curatori. I tagli di Fontana erano un simbolo della nostra arte contemporanea e il clamoroso gesto può essere paragonato soltanto alla distruzione dei Budda da parte dei Talebani, avvenuta negli anni ’90. Bondi ha commentato: “Ormai siamo arrivati ai tagli sui tagli. Per consolarmi vado a mangiarmi subito un pezzo di pizza al taglio”. Proteste dal mondo dell’arte contemporanea, con Christo che ha proposto di impacchettare i tagli superstiti e gli eredi di Mario Merz che hanno offerto gli igloo dell’artista per nascondere le opere del Maestro. Soddisfatto il Ministro Tremonti, che ha dichiarato: “L’opera di Fontana aveva un senso di esistere fino a quando ci fosse stato ancora qualcosa da tagliare. Oggi è diventata anacronistica, visto che noi italiani siamo tagliati fuori un pò da tutto. Meglio dunque rimuovere quei tagli dalla nostra memoria storica”.

Immagine di wallyg tratta da www.flickr.com

www.flickr.com/photos/wallyg/2371757041/sizes/m/

Berlusconi: “Voglio tutto”. E Letta gli regala un “Tutto” di Alighiero e Boetti. Ma e’ arte povera e non fa per il Cavaliere

Al Governo Tutto può succedere. E' la Commedia dell'Arte
Così fan Tutto
Al Governo Tutto può succedere. E' la Commedia dell'Arte
Al Governo Tutto può succedere. E’ la Commedia dell’Arte

 C’e’ tensione al Governo, ma Berlusconi non demorde e rialza la posta. “Voglio tutto” avrebbe detto ai suoi collaboratori in un empito di volonta’ e potenza. Proprio quello che ci vuole quando il delfino Fini subisce una metamorfosi trasformandosi in uno squalo. Per il Cavaliere non c’e’ piu’ un minuto da perdere e sembra che la sua clessidra sia sempre all’opera. E il fido Gianni Letta, per farlo subito contento e in assenza di lodi o balocchi, acquista per una cifra ragguardevole un “Tutto” di Alighiero e Boetti, uno dei massimi artisti italiani del dopoguerra. Ma quando Berlusconi – a cui in fondo il caos dell’opera lo rinfrancava sul fatto di non esser poi l’unico ad esser nei casini – ha scoperto che Boetti era interprete dell’arte povera, non ha voluto sentire ragioni: “Io non vorro’ mai avere a che fare con una cosa definita povera; nemmeno se valesse milioni”. Berlusconi ha quindi rifilato il lavoro a Piero Fassino con questa dedica: “Regalo a te questo Tutto visto che non sei piu’ Nulla”.

Gino De Dominicis al Maxxi di Roma. E il Governo cade sulla Calamita Cosmica.

Ecco la Calamita Cosmica su cui si è schiantato il Governo
Ecco la Calamita Cosmica su cui si è schiantato il Governo

L’opera di Gino de Dominicis sbarca al nuovo museo delle arti del XXI secolo di Roma (MAXXI), proprio mentre il Governo di Silvio Berlusconi sta per cadere. E il suo lavoro monumentale Calamita Cosmica, che potrete vedere nel cortile del MAXXI, diventa il simbolo della nostra politica. Uno scheletro lungo 24 metri che grazie ad un’asta d’oro vive un tempo ultramondano. Non è di sicuro il tempo di Fini e Berlusconi, eterni rivali ormai quasi estinti, eroi del disamore cosmico e del livore criptico. L’osso del naso allungato è il canto bugiardo di questa politica morta, di cui tutti gli italiani sono stanchi. Berlusconi e Fini non sono Coppi e Bartali alla conquista delle vette; vivono piuttosto a ridosso dei miasmi del Tevere fra le latrine delle pantegane. E il PD non è da meglio purtroppo e turarci il naso non ci salva dalle infezioni. Ripartiamo dalla lezione di De Dominicis, colui che morì tentando di fare dei cerchi quadrati gettando i sassi nell’acqua. Questa ricerca dell’assoluto e dell’impossibile serve oggi più che mai alle persone per dire no ai servi della gleba, per scandire un no vibrato a Gianni Lecca e Paolo Diociaiuti ma anche a Fabio Granita (fa caldo) e Adolfo Orso. Diciamo no a questa melassa che,  per fortuna,  ha di totalitario solamente dei banalissimi lampi di imbecillità.

Parigi: furto di Picasso con scasso e Sarko resta di sasso

Rubato un Picasso dipinto ad Alicarnasso
Rubato un Picasso dipinto ad Alicarnasso

Hanno rubato con scasso un Picasso, ma non e’ un verso del Tasso. E’ tutto vero e Sarko ci e’ rimasto di sasso mentre era in visita a Patrasso. Non si sa che quadro sia;  si sa solo che l’hanno portato via.  Il caso affidato all’ispettore Clouseau, che era rinchiuso nel caveau.  Ma era un Picasso o un Matisse? Chiedetelo a  Monsieur de Lapalisse.

Immagine tratta da www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/spo0ky/370537431/sizes/m/

Per Mastella un sabbatico con l’arte. Osserverà la lampada annuale di Boetti per essere il primo a vederla accesa.

A Mastella si accenderà la lampadina?
Molte lampadine si accendono nella testa di Mastella

Clemente Mastella non rimane con le mani in mano. Prima di lanciarsi in una nuova disfida politica si prende un anno sabbatico per riflettere e trovare una nuova strada per l’Italia. Il suo intento è naturalmente quello di accendere la lampadina con un’idea inedita e, perché no, geniale. Ma per far questo non ricorre alla Lampada di Aladino, no. A soccorrere il tenace Clemente è un artista dell’arte povera italiana: Alighiero e Boetti. “Ho scelto l’arte povera” ha dichiarato Mastella “per evitare speculazioni sui miei intenti. La definizione mi si attaglia perfettamente, dato che ho sempre affrontato la politica con spirito francescano”. In questa prospettiva Mastella ha optato per un’opera di Boetti del 1966: “La lampada annuale”. Questa particolare lampada si accenderebbe soltanto per 11 secondi all’anno e, nello spirito dell’artista torinese, “allude agli innumerevoli eventi che hanno luogo senza la nostra partecipazione e conoscenza”. Mastella ha chiarito che “essendo il primo a vedere la lampada annuale di Boetti accendersi per quel tempo così fugace, sarò in grado conoscere l’inconoscibile e spiegarlo agli italiani”. Visto che l’ex Ministro della Giustizia dovrà rimaner sveglio un anno intero, proprio per non perdere l’attimo, lo sponsor di questo ambizioso progetto sarà Illy Caffé. Ma la caffeina sarà poi sufficiente a tener sveglio il gioviale Clemente?

Immagine di svenwerk tratta da www.flickr.com

Lamps

IL PAPA AGLI ARTISTI: “TROPPO SPESSO LA BELLEZZA E’ MENDACE”. E RAIUNO AFFIDA A BANFI LA FICTION: UN PARROCO IN FAMIGLIA

Un parroco in famiglia
Un parroco in famiglia

Benedetto XVI – nell’udienza odierna con gli artisti italiani organizzata nella cappella Sistina dall’arcivescovo Ravasi – non ha usato mezzi termini. Papa Ratzi, bersagliato dai flash, ha chiarito come “troppo spesso la bellezza sia mendace”, lodando apertamente tutti quegli artisti che nelle loro opere “fanno risaltare la bruttezza e l’orrore, autentica natura di questo mondo”. Fra i 500 presenti anche Terence Hill nella parte di Don Matteo; Nanni Moretti si è sostituito al Pontefice al termine della cerimonia declamando il versetto: “la messa è finita”, mentre Carla Fracci si è esibita con il Papa in un pas de Deus. Giudicata al di là del bene e del male la presenza di Liliana Cavani, mentre Antonello Venditti per il Pontefice ha cantato: “In questo mondo di preti”. Ma non sono mancate le polemiche: a Riccardo Cocciante è stato impedito di intonare “Bella senz’anima”; i fratelli Taviani invece sono stati scomunicati per aver girato il film “Kaos”, che a giudizio della Chiesa avrebbe dovuto parlare della Genesi e non di Pirandello. Fedele nei secoli alla demonizzazione della bellezza, il Papa ha voluto premiare come artista dell’anno Lino Banfi, che sarà presto protagonista della nuova fiction prodotta da Raiuno: “Un parroco in famiglia”.

foto tratta da www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/sgirolimetto/1070460154/sizes/s/

L’UNESCO: “VILLA CERTOSA E’ PATRIMONIO DELL’UMANITA'”. BERLUSCONI: “DECISIVA LA PRESENZA DI FANCIULLE IN FIORE”

Patrimonio dell'inanità
Patrimonio dell'inanità?

L’Unesco ha deciso.  Villa Certosa, residenza sarda del Premier Silvio Berlusconi, è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità. Non si conoscono ancora le motivazioni ma per Berlusconi è chiaro come “la presenza di bellezze al bagno sia stata decisiva. E poi Villa Certosa ha tutte le porte aperte, proprio come il Colosseo “.  Commentando la decisione  Flavio Briatore avrebbe dichiarato  : “capisco che  non sono il Presidente del Consiglio, ma cosa direbbe l’Unesco se vedesse le bellezze che frequentano la mia discoteca Billionaire?”.  Per il fotografo Fabrizio Corona “Berlusconi corona il sogno della sua vita.  Certo è che  se la sua villa è Patrimonio dell’Umanità lui resta un autentico reperto archeologico”.  Vittorio Sgarbi attacca l’ONU: “più che di Nazioni Unite si dovrebbe parlare di Nazioni Unte. Villa Certosa è un obbrobrio in tutti i sensi e io l’avrei dichiarata Patrimonio dell’Inanità “. Koichiro Matsuura, direttore generale dell’Unesco ha chiarito: “sono giapponese e la nostra cultura riconosce un valore allo hara kiri. Per questo ho deciso di mettere il nostro bollino su Villa Certosa”. Decisione kamikaze dunque, che ha avuto il plauso di Osama Bin Laden: “l’Occidente è decadente; qualcuno mi ha detto che a breve anche il ranch di George W.  Bush e la dacia di Vladimir Putin saranno dichiarati Patrimonio dell’Umanità. “.

immagine tratta da www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/quicheenfolie/2869868209/sizes/s/