Gianni Letta fischiato al Festival di Venezia. Al grido di “A casa a casa” il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio risponde: “Ma non ho una passione per l’home video”.

Tarantino ha la ricetta per uscire dalla crisi di Governo
Tarantino ha la ricetta per uscire dalla crisi di Governo

Gianni Letta fischiatissimo all’inagurazione del Festival di Venezia. Qualcuno gli ha intimato di smetterla con il cinema al Governo, ma i più gli hanno detto esplicitamente di andare a casa e possibilmente non in quella di Scajola. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con la sua proverbiale faccia di bronzo, ha detto: “Non ho una passione particolare per l’home video, preferisco le sale e non capisco perché dovrei rimanere a casa a godermi il film”. Letta ha incontrato il Presidente della Giuria Quentin Tarantino, che gli ha illustrato la trama del suo nuovo film “Kill Silvio” in cui una giovane sedotta ed abbandonata dal nostro Presidente del Consiglio uccide uno ad uno tutti i suoi fidi collaboratori, da Bonaiuti a Bondi e allo stesso Letta prima dello scontro finale con Berlusconi. “Logico che il mio film non uscirà in Italia, ma ho promesso a Letta che se va a casa gli regalerò una copia privata in Blu Ray”. Capita l’antifona Letta se l’è data a gambe. Sembra poi che a casa abbia rivisto con la moglie il film con Alberto Sordi “Tutti a casa”. Ma ci arriverà davvero il Governo all’8 settembre?

Esce un film sull’Italia di oggi: un Paese stanco, senza idee e completamente diviso. “Rotto in mezzo” sara’ presentato al Festival di Venezia

3681056072_bcb46a55f7L’Italia e’ ormai un Paese senza idee. Si sente tanta stanchezza e una profonda divisione fra Nord e Sud. Con il film “Rotto in mezzo” un regista – che intende, come del resto gli attori, rimanere anonimo –  racconta la storia della secessione del Sud dal Centro- Nord. Dalle ceneri della Campania nasce la Borbonia, che federa le altre regioni del Meridione in un empito di dignita’ sudista. La divisione provoca il ricompattamento della Padania e l’inevitabile guerra civile in cui Roma torna di diritto al Papa Re, che guarda caso e’ un barbaro federato proveniente dalla Baviera. Il film ha scosso le coscienze dei politici. Fini ha detto: “Rotto in mezzo dimostra a tutti che abbiamo proprio rotto e che occorre seriamente darsi una mossa”. Per Berlusconi “il film, pur mostrando un Sud finalmente attivo, e’ troppo pessimista e non e’ certo un prodotto da esportazione”. Bossi ha invece dato gia” ordine alle Camicie Verdi di imbracciare i fucili: “Partiremo da Venezia dove il film verra’ presentato in concorso. Se il Paese e’ davvero rotto in mezzo noi padani non vogliamo andarci di mezzo rimanendo in mezzo. Via col vento”.

Dario Argento gira un nuovo thriller. Questa volta è su Fini e Berlusconi: “Profonda rissa”

Il Governo è in rosso ma anche in rissa e Dario Argento ne approfitta
Il Governo è in rosso ma anche in rissa e Dario Argento ne approfitta

Dario Argento era in piena crisi creativa quando ha avuto l’idea più geniale del momento. “La lotta fra Fini e Berlusconi è piena di colpi bassi e ho pensato che potesse esser interessante trasformarla in una storia pulp” ha detto il regista romano. “Il film ha inizio nella casa di Montecarlo, dove il cognato di Fini fugge da una mannaia automatica e prosegue a Roma alle assise del PDL dove vengono massacrati diversi esponenti”. Sembra poi che gli unici della corrente di Futuro e Libertà alla fine del film a rimanere vivi siano proprio gli Onorevoli La Morte e Della Vedova. “Sarebbe stato più giusto chiamare il film Inferno” ha concluso Argento, “ma l’avevo già fatto e proporre un sequel  sarebbe stato improprio. Profonda rissa è un titolo molto tradizionale, che fotografa perfettamente il momento vissuto dalle nostre istituzioni”

A 35 anni da “Lo squalo”, Steven Spielberg gira un film sul male oscuro della politica italiana: “Lo squallor”

Dallo squalo allo squallor
Dallo squalo allo squallor

“Lo squalo”, capolavoro di Steven Spielberg, torna idealmente nel nuovo film del regista statunitense, interamente realizzato nei palazzi del potere italiano. “Con Lo squallor ho voluto parlare del male oscuro della vostra politica” ha detto Spielberg. La storia parla di un mostro che non si vede e non si sente, ma che divora nei corridoi ed anfratti di Ministeri e Parlamento politici sempre piu’ consunti e corrotti. Negli Stati Uniti il film ha gia’ incassato i proventi di una manovra di Tremonti. Per Di Pietro “Lo squallor e’ un film palingenetico che mostra quanto la genetica della politica abbia bisogno di un autentico miglioramento. Tutti gli italiani devono vederlo”. A Berlusconi invece il film non e’ piaciuto: “Gia’ Lo squalo come La piovra mi ha fatto schifo, ma Lo squallor distrugge in profondita’ l’immagine dell’Italia e la mia personale. Io nelle sale italiane il film non lo faccio uscire”.

Esce un film sulla politica italiana: “Lo sconcerto”. E’ diretto a quattro mani da Berlusconi e Fini

Ecco una prima immagine de' "Lo sconcerto"
Ecco una prima immagine de' "Lo sconcerto"

Dopo il successo de’ “Il Concerto” non poteva mancare un sequel all’incontrario. Berlusconi e Fini si sono  finalmente incontrati, anche se soltanto in una fiction. “Lo sconcerto” esce nelle sale in questi giorni e registra in tempo reale lo stato d’animo degli elettori. Racconta le vite parallele di un operaio e di un imprenditore nell’Italia di oggi. Il primo perde il lavoro, il secondo chiude l’azienda; entrambi tentano un confronto inutile con il mondo politico e affrontano con dignità un destino da clochard. “Lo sconcerto” è stato riconosciuto film di interesse artistico e culturale. Il Ministro Bondi si è detto “sconcertato per la lucidità di Fini e Berlusconi nel leggere il disagio del Paese. Ora speriamo che si mettano d’accordo veramente”. L’opera, che si chiude con il Papa che canta l’inno nazionale italiano, rappresenterà l’Italia al Festival di Venezia. Il curatore della mostra del cinema Marco Muller ha dichiarato: “spero solo che Fini e Berlusconi non si presentino al Lido perché rischiano di essere linciati. Lo sconcerto è un film che riesce pienamente nell’intento di dare sui nervi allo spettatore”.

Esce al cinema l’opera prima di Umberto Bossi: “Secession Impossible”.

Per Bossi niente secessione e federalismo, ma un paracadute per il cinema
Per Bossi niente secessione e federalismo, ma un paracadute per il cinema

Da tempo Bossi, che di cinema ne fa parecchio, voleva fare un film vero. Ed ecco Secession Impossible, un film ambientato durante la Guerra di Secessione americana. Bossi interpreta il generale Lee. “Lo abbiamo girato tutto lì” ha detto il leader della Lega Nord. “Noi siamo i nordisti per eccellenza, ma per fare la secessione in Italia non basta la guerra civile. Dobbiamo liberarci anche del Vaticano ed è per questo che io mangio ogni giorno gli strozzapreti” ha aggiunto Bossi. Per Zaia, neo-Governatore del Veneto, “il film è sublime e sarà in concorso al Festival di Venezia nella sezione Un certain ringard, dedicata ai film nostalgici e fuori moda. Per Roberto Cota invece, neo Governatore del Piemonte, “Secession impossible è un manifesto sull’orgoglio padano”. Ma nessuno ha ancora visto il manifesto del film; nemmeno la locandina.

Uomini che amano le gonne. Con Ventennium l’Italia risponde a Millennium di Larsson

La copertina di "Uomini che amano le gonne"
La copertina di "Uomini che amano le gonne"

Arriva nelle librerie il primo tomo della trilogia Ventennium di Kit Carson. Uomini che amano le gonne si svolge nel 2014 interamente fra le spesse mura di Palazzo Grazioli, dove donne avvenenti che portano i pantaloni vengono uccise da uno spietato serial killer. Il protagonista è proprio lui, Silvio Berlusconi che, con il maggiordomo Bonaiuti, il principale indiziato, tenta di sciogliere i nodi gordiani del mistero. Fra la Lario e la D’Addario è giorno di Letizia per la Carfagna. Quest’ultima sarà infatti protagonista della seconda parte dell’opera intitolata La ragazza che giocava con il cuoco, in cui Mara ha una tormentata storia d’amore con lo chef Vissani. Il terzo ed ultimo romanzo invece, ambientato negli stabilimenti balneari del Tirreno, vedrà come protagonista il Ministro per il Turismo Maria Vittoria Brambilla e si intitolerà La Regina dei castelli di sabbia.

Immagine tratta da www.flickr.com

Un film sulla bellezza atomica della Carfagna: “Ero scema mon amour”

Una scena di "Ero scema mon amour"
Una scena di "Ero scema mon amour"

Dopo il Festival di Cannes esce un film sulla bellezza atomica di Mara Carfagna: “Ero scema mon amour” è stato interamente girato in Giappone, nel mondo delle pari opportunità delle geishe. Il film è in bianco e nero, come la sua protagonista, espressione sublime del dualismo dell’essere. Per Berlusconi invece, che ha acquistato i diritti televisivi, il dualismo è dell’etere ovvero RAI/Mediaset. La Brambilla ha protestato: “il film lo dovevo fare io ad Amsterdam, nel quartiere a luci rosse; Mara mi ha rubato l’idea”. Ma il Ministro del Turismo non si dà per vinto: girerà infatti Guerra e Antrace, una storia ambientata a Tikrit, città natale di Saddam Hussein, che racconta l’amore fra una rossa italiana e uno sciita incavolato nero con il dittatore iracheno. La Ministra Gelmini invece girerà “Scuola di polizia”; purtroppo non sarà un film comico.

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Bondi critica Elio Germano. L’attore difeso da Alemanno: “Non è tedesco ed è nostro fratello”

Alemanno confonde Germano con Germanico. Dicono sia fissato con la storia romana ma per lui a Roma non c'è storia
Alemanno confonde Germano con Germanico. Dicono sia fissato con la storia romana ma per lui a Roma non c'è storia

Il Ministro Bondi da buon dirigente non ha digerito le critiche all’Italia di Elio Germano, che a Cannes ha vinto la Palma d’Oro. “Germano non dorma sugli allori e la smetta con le sue critiche minestrone senza odori”. Ma Alemanno ha difeso l’attore chiamandolo erroneamente “Elio Germanico”. “Non è tedesco e se davvero è germano è nostro fratello” ha detto il sindaco di Roma riferendosi al divo romano, che però non è Giulio. Germano ha risposto ad entrambi: “Bondi si pettini meglio e Alemanno pulisca Roma, che sembra ormai una città in preda ai barbari. Se mi vergogno di essere italiano è colpa loro, ma anche di Carla Bruni che ha sposato un francese. Io tedesco? Ma se mi piace solo il Deutches Requiem! God save the Queen“.

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Festival di Cannes. A sorpresa Berlusconi presenta la sua biografia firmata da Francesco Rosi: “L’immane sulla città”

Un'immagine de' "L'immane sulla città", un film che confonde e fa discutere
Un'immagine de' "L'immane sulla città", un film che confonde e fa discutere

Era da tanti anni che Francesco Rosi – il regista di “Le mani sulla città”, “Cadaveri eccellenti” e “Salvatore Giuliano – non girava un film. Oggi arriva a sorpresa sulla Croisette la sua nuova opera, che siamo certi farà molto discutere; una biografia o agiografia che dir si voglia della vita del Cavalier Silvio Berlusconi intitolata “L’immane sulla città”. “Sono e rimango comunista” ha dichiarato Rosi “e proprio per questo il mio punto di vista su Berlusconi è del tutto originale e credibile”. La colonna sonora non poteva essere che di Apicella, che ha scritto una decina di romanze sul Premier. Berlusconi non ha voluto rilasciare commenti, ma il suo portavoce Buonaiuti si: “Rosi è un grande regista; pensate che sta preparando un film anche su Brunetta; “Il nano sulla città”. Ma l’idillio fra Rosi e Berlusconi non durerà a lungo: Bin Laden ha chiesto infatti al regista di girare “L’iman sulla città” e Tremonti gli affiderà uno spot del Ministero dell’Economia rivolto a spiegare – citando Charlie Chaplin – la prossima reintroduzione della tassa sulla casa: “L’ICI della città”: una vera maledizione per il Cavaliere, che l’aveva fatta togliere. E poi Francesco Rosi farà l’en plein grazie al Comune di Roma: “Alemanno sulla città” è infatti il titolo del prossimo spot per la futura campagna elettorale del Sindaco di Roma.

Immagine di Thorsten Becker tratta da www.flickr.com

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