I terroristi si consolano con pacchi bomba ai consolati. Ma più che bomba è un pacco

Le bombe di Natale non sono né di carta né al plastico ma solo di plasticaI numerosi allarmi di questi giorni a Roma per supposti pacchi bomba presso diversi consolati di nazioni piuttosto improbabili sono la dimostrazione che anche i terroristi sono afflitti da un afflato di bontà natalizia. Più che di bomba qualcuno inizia a parlare unicamente di pacco, proprio perché di pacco si tratta visto che la bomba dentro proprio non si vede. Consolarsi con false bombe ai consolati è diventato un semplice quiproquo natalizio. Evidentemente la crisi è talmente esplosiva da aver messo alle corde le già traballanti strutture terroristiche fai da te. E gli sgangherati tentativi di queste vacanze romane sono stati malamente scimmiottati in altre capitali europee. A Londra un terrorista pachistano ha lanciato dalla Torre di Londra centinaia di riproduzioni in miniatura di Buckingham Palace sui passanti, ma ha perso l’equilibrio ed è finito nel Tamigi. A Parigi un corso di nome Bonaparte ha gettato crepes suzettes bollenti sui turisti del quartiere latino ed è stato messo ko da un salumiere grazie a un gambo di prosciutto. Altri episodi di terrorismo manuale si sono susseguiti a Stoccolma (lancio di stalagtiti acuminate), Berlino (rogo di libri in un negozio di televisioni) e Madrid (inondazione di Sangria in una Chiesa), ma di vittime neanche a parlarne. Spira ancora un vento natalizio nelle strade d’Europa. E dopo arriva Carnevale.