Napolitano fa il verso al Presidente del Consiglio. E ammette: “Sono comunista ma tu sei casinista”

Fratelli d'Italia temono nuove tasse federali

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano si è rivolto oggi ufficialmente al Presidente del Consiglio con una missiva in versi. E’ la prima volta che si assiste ad uno strappo istituzionale di questo tipo poiché mai e poi mai la poesia era entrata a far parte delle relazioni istituzionali. Con questo atto Napolitano ha voluto sottolineare la profonda irritualità dell’attuale momento politico, richiamando il Premier ad un contegno quanto mai più consono alle prerogative della nazione.

Tempografico pubblica il testo del messaggio dal Colle

Sono Giorgio che dal Colle

Tu ritieni decollato

E se il drago non è molle

Esso è già decapitato

Tu mi scambi per Giovanni

Quello un pò fuori di testa

E continui a fare danni

Porti le ragazze in festa

Ma stavolta te lo dico

Tu l’hai fatta proprio grossa

Non hai proprio tu capito

Che il decreto è nella fossa

Questo bel federalismo

Devi fare in Parlamento

Non portare al parossismo

Della gente lo scontento

E rifletti sulle tasse

Che volevi diminuire

Predicavi tu alle masse

Ora non vuoi più sentire

Se dai ai sindaci il potere

Loro sanno cosa fare

Ma la gente vuol sapere

Prima di dover pagare

O mio caro Presidente

Stai cadendo in uno stagno

Eppur brilla la tua mente

Quando parli di guadagno

Chi c’hai intorno orsù respingi

Alle porte c’è il nemico

Presidente te lo dico

Devi spremer le meningi

Quella Lega di Governo

Vuol vederti scomparire

Vuole fare te morire

Il Ministro dell’Interno

Dunque sali al Quirinale

Perchè io sono comunista

Ma tu sei un casinista

E il decreto poi non vale.