
Secondo Scott Fitzgerald “la Svizzera è un Paese dove poche cose hanno inizio e molte hanno fine”. Ma questa volta lo scrittore americano è stato smentito. E’ prevista a breve una consultazione pubblica su una legge che istituirà il difensore civico dei cani, un funzionario dello Stato che avrà il compito di difendere gli amici degli uomini dai maltrattamenti. Esalta il sindacato elvetico degli attori. “Finalmente una tutela per la maggior parte dei nostri associati” ha dichiarato un portavoce. Ma i clienti dell’avvocato dei cani non saranno solo attori. Ci saranno cani veri e poi: carabinieri che hanno fatto causa al cane della loro pistola, padroni che hanno ingerito per errore scatolette per cani, tutti gli abitanti di Canicattì (che, nella circostanza, godrà del beneficio dell’extraterritorialità) e, andando avanti, cani di peluche, Cangrande della Scala, Gengis Khan, Elias Canetti e Jacques Offenbach, compositore del French Can Can (questi ultimi tre anche se defunti). Per preparare l’opinione pubblica sono state organizzate delle proiezioni di film nelle piazze delle principali città svizzere: da “Quel pomeriggio di un giorno da cani” a “Cane di Paglia”, entrambi con Al Canino; da “Beverly Hills chihuahua” a “Torna a casa Lassie”, perché anche i bambini sono stati ammessi a questo importante plebiscito.
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