Le Fiabe di Tempografico, Capitolo V: Il Senatore Pannolino

Il Senatore Pannolino

C’era una volta un senatore vecchio vecchio, vecchio forse quanto lo stesso Parlamento. Era un uomo da sempre abituato al compromesso e le tante rughe che abitavano la sua fronte erano espressione del numero di legislature in cui aveva calcato la scena della politica. Egli ne andava a fiero e arrivava a chiamarle: “gli anelli dell’albero della mia vita”.

Il senatore era da sempre stato ispirato ad una condotta misurata, senza particolari sussulti. Fu per questo che suscito’ un certo scalpore la presentazione di un suo personale disegno di legge sul rimborso dei pannolini. Dalle tribune politiche televisive egli aveva arringato le folle per spiegare l’impatto del costo dei pannollini sul bilancio di una famiglia con tre figli. “Una tassa assurda ed intollerabile” aveva tuonato il senatore con toni da predicatore del deserto; “e’ ora di mettere fine a questo scempio”.

Fiabe di Tempografico (c) 2011 Mabuse, Illustrazione Giodo

Nessuno avrebbe mai creduto che la sua proposta avrebbe raccolto le firme di tutti i senatori e di oltre sei settimi dei deputati, eppure ando’ proprio cosi’ perche’, direte voi, cosi’ va il mondo. Ma a qualcuno questa maggioranza bulgara modello Lines puzzava e non poco. E come dargli torto? Confrontando l’eta’ anagrafica media dei parlamentari ci si accorse, non senza meraviglia, che il Paese era una democrazia gerontocratica. I politici erano quasi tutti dei matusa, a volte anche piu’ dello stesso senatore pannolino – il nomignolo se l’era guadagnato con facilita’ – che ai piu’ pareva esser diventato parlamentare nella lontana alba dei tempi, quando per votare si doveva incidere la pietra. Dal medico curante del senatore si ebbe poi conferma che questi era affetto da incontinenza senile, cosi’ come tanti dei suoi colleghi che il clinico aveva in cura. Cosi’ e’ se vi pare dunque; tutto era chiaro, ma fu lo stesso senatore a rivelare in diretta al mondo intero che il suo gesto nobile era in verita’ un modo per tutelare, come se ce ne fosse ancora bisogno, il suo consistente gruzzolo investito in un paradiso fiscale.

Quella mattina la proposta doveva essere approvata dall’aula e il senatore, in qualita’ di relatore del provvedimento, era iscritto a parlare. Non si sentiva molto bene; il suo volto stanco e terreo lo rivelava oltremodo. Poi, durante la sua allocuzione, l’attenzione di tutti fu dirottata sul fuggi fuggi fra i suoi vicini di banco. Il senatore quella mattina si era dimenticato di mettersi il pannolino. Quando se ne accorse era troppo tardi perche’ il Transatlantico fu quasi sommerso dal suo fluido vitale. Questo portento – oltre allo sgomento e alle sensibili misure di profilassi decise dal Palazzo – provoco’ il naufragio della sua proposta di legge per assenza del numero legale. Oggi il prezzo dei pannolini e’ andato alle stelle cosi’ come il suo venerando senatore, che non ne avra’ piu’ bisogno.