Quattro favolette morali in materia di imposte

1. In quel Paese la maggioranza non pagava le tasse. Cosi’ il Governo, sapendo di riscuotere il consenso della maggioranza, non applico’ le leggi anzi, al contrario, ne approvo’ una che aumentava le imposte a tutti coloro che le pagavano. Cosi’ rimase al potere nei secoli dei secoli.

2. Un Ministro dell’Economia conosceva a menadito l’efficacia dell’imposta indiretta e ne abuso’ in lungo e in largo fino a quando, indirettamente, si accorse che quelle imposte toccavano anche il suo di portafoglio. Cosi’ disse in diretta tv che le imposte indirette sarebbero state abolite direttamente dal Direttorio da lui presieduto.

3. C’era una volta l’IVA ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto. Era una tassa che aveva un senso soltanto in presenza di un effettivo valore aggiunto. Ma quando di quel valore non ci fu piu’ traccia, il gettito raggiunse in poco tempo una cifra vicina allo zero. Cosi’ il Governo corse ai ripari e istitui’ un’imposta nuova di zecca. Si chiamo’ IVM, Imposta sul Valore Morto, e venne riscossa durante i funerali, fatta eccezione per quelli di Stato.

4. Ci fu a un certo punto della Storia un uomo che per vent’anni predico’ la riduzione delle imposte. Il suo appariva ai piu’ come un messaggio messianico e palingenetico; la gente comune aveva bisogno di credere in un mondo migliore. Ma le tasse non accennavano a diminuire; al contrario non cessavano di aumentare. Oggi quell’uomo non c’e’ piu’, ma la sua promessa e’ ancora nell’aria, nell’attesa di un successore che riproponga la stessa cattedrale di illusioni.