
La sentenza è arrivata al termine di un vertice burrascoso ad Arcore, dove se la sono vista brutta Boniauti e Confalonieri. Berlusconi ha deciso di passare all’attacco e, con l’ausilio del fido Niccolò Ghedini, l’azzeccarbugli del XXI secolo, ha scelto di scrivere di suo pugno una nuova sentenza del Consiglio di Stato. Si sa, Silvio non è un giudice e di certo non sarebbe orgoglioso di esserlo, ma sa pesare le parole e, nella circostanza, come dargli torto?. “Sono io il Presidente del Consiglio… di Stato. Qualcuno lo potrebbe negare?” ha dichiarato il premier a tempografico. E subito dopo è arrivata una sentenza nuova di zecca, una sentenza con la marca da bollo del biscione direttamente dagli studi di Mediaset. Ed ecco risorgere la lista PDL di Roma e provincia, riammessa dopo una poco definitiva esclusione. Una vera manna dal cielo per i caporioni romani del Partito della Libertà, che di libertà se ne erano davvero presa troppa nella presentazione delle liste. Furiosa la reazione di Emma Bonino, avversaria della candidata PDL Renata Polverini. “A questo punto perché Berlusconi non si autonomina anche Pubblico Ministero di Milano?” ha dichiarato l’esponente radicale. Per Di Pietro dell’IDV “Berlusconi è si Presidente del Consiglio ma non di Stato, perché questo Stato non esiste più; si è sciolto come neve al sole”. Ma Silvio va avanti imperterrito: “Non accetto provocazioni. Con la mia nuova carta da bollo ora potrei anche escludere la lista della Bonino. Non lo farò perché Fini mi ha detto di stare bonino”.
Immagine di pablo moroe tratta da www.flickr.com