Ecco la filastrocca di Fini: “O che Mirabello Silviondirondirondello”

Futuro e Libertà. I due elefanti acquistati dalla Tulliani grazie al superenalotto
Futuro e Libertà: i due elefanti regalati dalla Tulliani a Fini grazie al superenalotto

Dopo il discorso di Mirabello, e solo di fronte ai suoi fedelessimi, Gian Franco Fini, grazie ai fumi del lambrusco doc, si è lasciato scappare una filastrocca piuttosto originale che trascriviamo integralmente.

O che Mirabello Silviondirondirondello

O che Mirabello Silvioindirondinodà

Non c’è più il Governo te lo dice il buon Gianfranco

Non c’è più il Governo e La Russa se ne va

Faccio il mio partito proprio ora te lo dico

Faccio il mio partito tutto il resto è vanità

E su Montecarlo ti rimane proprio un tarlo

E su Montecarlo pure Feltri arrossirà

Amo Elisabetta e lo faccio senza fretta

Amo Elisabetta so l’invidia che ti fa

E poi sono bello sono meglio pure in quello

E poi sono bello e non nella terza età

Non son Cavaliere e non temo le tue fiere

Non son Cavaliere lo scherano perirà

Silvio vai a casa no ad accordi con la Chiesa

Silvio vai a casa che la gente apprezzerà

O che Mirabello Silviondirondirondello

O che Mirabello Silviondirondirondà

Il figlio di Bossi dedica una poesia al padre Umberto. “Mio padre è senatur/e sempre ce l’ha dur”

I versi di Renzo Bossi più che duri sono grossi
I versi di Renzo Bossi più che duri sono grossi

Ecco la poesia di Renzo Bossi dedicata al padre Umberto in esclusiva per tempografico.

Mio padre è senatur

e sempre ce l’ha dur

e legge la Ségur

e guarda Predatur.

Il dito medio in su

nel cielo verde blu

e Roma belzebù

ladrona sempre fu.

Umberto di Pontida

il mondo tutto sfida

è come alla corrida

sensibile  alle grida.

Umberto da Legnano

a volte un poco strano

ti prende quella mano

convince in un baleno.

Lui ama l’ermetismo

un poco anche il cubismo

ma per l’impressionismo

vuole il federalismo.

Carboni rima a Verdini: “Me lo suggeristi tu/di fondare la P3/per andar sempre più su/e di Silvio fare un re”

La mamma a Verdini: "Denis tutto questo un giorno sarà tuo"
La mamma a Verdini: "Denis tutto questo un giorno sarà tuo"

Pubblichiamo la poesia inviata a tempografico dal faccendiere Flavio Carboni, dedicata a Denis Verdini

Io lo so che sono Flavio

sono un uomo appassionato

e son molto più che savio

ma or mi sento abbandonato.

Io parlavo con Verdini

lo cercavo anche nel sonno

con i suoi telefonini

ci parlavo tutto l’anno.

Ora Denis nega tutto

dice che non mi ha mai visto

che io son un farabutto

e che merito l’arresto.

O Verdini traditore

io così non ti capisco

e non sono mentitore

ma nemmeno ti obbedisco.

Quando tosto raccontavi

di potere ed elezioni

ti ascoltavo che parlavi

rivivevo le ambizioni.

Me lo suggeristi tu

di fondare la P3

per andar sempre più su

e di Silvio fare un re.

Marcegaglia: quando il poeta raglia. Le rime di Emma per Bondi

Emma Marcegaglia: donna sull'orlo di una crisi di PIL
Emma Marcegaglia: donna sull'orlo di una crisi di PIL

Pubblichiamo una poesia del Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia dedicata al Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi

Il PIL non cresce forse più

il PDL sta al governo

l’industria marcia a testa in giù

e il Cavalier è senza inverno.

Quell’uomo proprio mi ha stregato

il suo sorriso è un altiforno

tutta la vita  ha lavorato

per poi mai togliersi di torno.

E’ sta’ delocalizzazione

fa Presidenti senza aziende

altro che globalizzazione

qui sol amici di merende.

E Sandro Bondi è disperato

per i suoi beni culturali

che Gianni Letta l’ha mandato

fra le rovine coi suoi strali.

Da quelle pietre rifaremo

tutte le industrie de sto’ mondo

e con il PIL arriveremo

a una ricchezza senza fondo.

 

Immagine tratta da www.flickr.com

Ecco la poesia di Tremonti sulla manovra

Ora il Governo deve monetizzare
Ora il Governo deve monetizzare

La manovra finanziaria

E’ nei numeri perfetta

Io son Giulio e la diaria

Te la taglio in tutta fretta

Ché le spese sono tante

Son milioni di milioni

E il bilancio vada innante

Dio ci salvi dai condoni

Son Tremonti innamorato

Bella la partita doppia

Sacrificio ti ho annunziato

Che sennò il Paese scoppia

Esso invece ora risorge

D’improvviso esso s’è desto

Ma nessuno se ne accorge

Che l’Italia è tutto questo!

 

Immagine tratta da www.flickr.com

Oggi Tempografico è amaro. Sulla marea nera trovata poesia anonima di un dipendente della BP.

Vedo nero per l'onda nera
Vedo nero per l'onda nera

Stamane, all’interno di una bottiglia ritrovata nell’onda nera della Louisiana, è stata rinvenuta una poesia scritta a mano da un dipendente della BP, che operava sulla piattaforma oggetto dell’incidente. Tempografico non si tira indietro e la rende nota al suo pubblico

L’oro nero guizza nel moto oceanico

il blu profondo è squarciato

l’acqua è massa ombrosa

la lontananza incendiaria.

Avevo detto a Derek

di non scherzare al computer

lui del mouse è maestro

ma ha toccato corde sensibili

il sistema ha perso la misura

l’olio ha preso il sopravvento

ora lo squalo bianco è nero

le meduse non hanno luce

corrono via i gabbiani

dalla pazza folla dei pesci defunti.

Io non dirò nulla

nessuno deve sapere chi sono

lascio questa confessione

alla clemenza dei mari

spero sarà ritrovata lontano

erosa dal tempo trascorso

quell’onda dimenticata

anche da Poseidone immenso

io in pensione su un’isola

aspettando che torni il sereno

perché ho l’anima di petrolio

e nel centro del petto

nuvole nere di temporale.

 

Immagine tratta da www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/cilesuns92/3585692649/sizes/m/

Ecco la poesia dell’addio di Scajola al Governo. Sor Scajola è arcicontento di cambiare appartamento

Presto al cinema un nuvo horro: "La Casa di Scajola"
Presto al cinema un nuovo horror: "La Casa di Scajola"

Claudio Scajola ha dato l’addio al Governo con una poesia che tempografico ha intercettato e che pubblica integralmente.

 

Sor Scajola è arcicontento

di cambiare appartamento

ma esso reca nocumento

perché non c’è documento.

Quella casa l’ho comprata

nella piena convinzione

che essa non fosse rubata

né frutto di corruzione.

Del Paese lo sviluppo

ho nell’abito del cuore

ma se in scandalo io intruppo

non è poi  storia d’amore.

Sono Claudio son Scajola

e rimango alla dimora

la reputazione vola

ma al Governo sarò ancora.

Ho un impegno che è solenne

e per pochi euro al mese

ci rimetto anche le penne

quante botte mi son prese.

Son Scajola non Marrazzo

che quei soldi dello Stato

consegnati ha al paparazzo

che alla fine l’ha fregato.

Ho investito nel mattone

perché tengo alla famiglia

con le brutte o con le buone

uscirò dalla fanghiglia.

Ché la casa è proprio mia

dal Governo vado via

declamando Ave Maria

Son Scajola e così sia.

 

Immagine tratta da www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/smb_flickr/1359387407/sizes/m/

La poesia sullo strappo di Fini commuove il PDL. Il Cavaliere: “Gianfranco è il nuovo Sandro Penna”

Nessuno ha davvero idea di quali siano i fini di Fini
Nessuno ha davvero idea di quali siano i fini di Fini

Il Governo va avanti a versi.  Rimandato il Consiglio dei Ministri sine die a causa dell’oscura nube che paralizza l’azione governativa, i leader PDL si danno alla poesia. E questa volta è Fini che parla del proprio strappo con insolito ardore. Berlusconi, dall’alto delle sue 77 case editrici, dichiara: “Pubblicherei subito le poesie di Fini, che a me sembrano quelle di Sandro Penna che negli anni ’60 declamava: E’ bello lavorare/Nel buio di una stanza/Con la testa in vacanza/Lungo un azzurro mare”. Tempografico ha messo le mani sui versi del Presidente della Camera e pubblica uno dei suoi 99 canti, quello sullo strappo con Silvio

 

Ho strappato divelto

quella pagina oscura

imprecato all’alba

contro quel che non c’è

non abbiate paura

noi faremo il futuro

e faremo le cose.

Silvio è solo oramai

il Palazzo un deserto

Bonaiuti crucciato

di passare la vita

con il re esautorato

noi faremo il futuro

e faremo le rose.

Chi mi segue saprà

che noi siamo il domani

forse il dopodomani

se la Lega soccombe

perché il federalismo

va bloccato al confine

e lo decideremo

nelle nostre dimore

noi faremo il futuro

e faremo le case

non faremo le Chiese

ma le coppie di fatto

forse l’eutanasia

e faremo un trapianto

di idee nuove per tutti

noi faremo il futuro

prepariamo il siluro.

Immagine di rogimmi tratta da  www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/rogimmi/2523486053/sizes/m/

 

 

Ecco la poesia inedita della Brambilla contro la Carfagna e la Gelmini. Berlusconi: “Peggio delle intercettazioni”

La Brambila legge le sue liriche e dichiara: "Non sono un soprano"
La Brambila legge le sue liriche e dichiara: "Ma non sono un soprano"

Il Ministro per il Turismo Maria Vittoria Brambilla, sulla scia di Sandro Bondi e di altri politici avvezzi a fare versi di vario tipo, si è lasciata andare ad uno sfogo arcadico contro le sue colleghe ministre. Ora teme che questa sua licenza poetica possa trasformarsi in un licenziamento dal Governo. Silvio Berlusconi ha contestato la pubblicazione della poesia. “Sono pagine intime. Qui andiamo al di là della privacy. E’ ora di mettere un freno anche a questa forma di espressione un pò troppo licenziosa. Inizieremo proprio da Sandro Bondi. Darò i suoi libri a Calderoli che, da par suo, ne potrà fare un immenso rogo”. Tempografico non si lascia intimidire e pubblica la poesia nella sua versione integrale.

Quando Mara è nel palazzo

Poco c’è da star allegri

Essa è peggio di un pupazzo

E non bastano i puledri

Ci vorrebber gli stalloni

Per scommetter su di loro

Che purtroppo Berlusconi

Parla ormai solo dell’oro.

La soccorre Maria Stella

Con un far professorale

Ci si mette pure quella

Ad infliggerci del male.

Ella parla di riforme

E percorre quello spazio

Egli osserva quelle forme

Non ascolta quello strazio.

E per me non c’è più storia

Perché Silvio non mi guarda

Dice: “Orsù Maria Vittoria

Tu non sei Maria Stuarda”

E mi sento così male

Che bevo una camomilla

La mia anima trasale

E non sono più Brambilla.

 

Immagine di ecam tratta da www.flickr.com

http://www.flickr.com/photos/ecataddei/3057015834/sizes/s/

 

Bonino/Polverini: duello all’ultimo verso. Quando la poesia si sposa col potere

Ecco un piede intento a scrivere un verso. Ma è della Bonino o della Polverini?
Ecco un piede intento a scrivere un verso. Ma è della Bonino o della Polverini?

Con questi versi Emma Bonino si rivolge ai propri elettori, chiudendo una campagna elettorale all’insegna del volemose male.

Vota Emma e non Renata

Per il ben della Regione

Ché della ragion veduta

Questa è sola la canzone.

Per il Lazio il buon governo

Spetta solo alla Bonino

Solo lei puor dir buongiorno

Che si vede dal mattino

Non si è fatta attendere la riposta della Polverini, impegnata in ultimo pellegrinaggio al Divino Amore.

Sono io sono Renata

Quella santa vera donna

La Bonino è avvelenata

E non porta mai la gonna.

Io non pratico l’aborto

Ed aborro lo spinello

Il cilicio adesso porto

E votar devi anche quello.

Sempre più incerto l’esito delle urne. Con questi versi appassionati le due candidate hanno confermato la loro campagna perfettamente simmetrica. Ora la parola, non quella poetica ahimé, passa davvero agli elettori. Innalzate i Vostri cuori.

Immagine di Brave Heart tratta da www.flickr.com

Foot Sole