Alle elementari impazza la filastrocca dell’addio della Carfagna, ma la Gelmini non ci sta.

Per Carfagna è finita la Cuccagna?

Nelle scuole italiane e’ scattata la Mara mania, grazie ad una filastrocca composta per l’addio al Governo del Ministro delle Pari Opportunita’. Sembra che i versi siano opera del mentore politico della Carfagna, Italo Bocchino. Per questo il Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini ha fatto una pubblica irruzione in una nota scuola di Roma per ingiungere al corpo docente di sospendere gli alunni che dovessero recitarla. Tempografico e’ venuto in possesso della velina tormentone sulla ex velina e, da par suo, pubblica senza indugi ne’ inciuci.

Sono Mara la Carfagna
E’ finita la cuccagna
Non e’ solo magna magna
Ma l’Italia non guadagna
La politica e’ una lagna
E son stufa di magagna
Son Carfagna son la Mara
Berlusconi e’ nella bara
Io non faccio più’ la suora
E voi fateci la tara
Mi sacrifico sull’ ara
Perche’ son persona vera
Lascio tutto vado via
Non mi piace questo mondo
Non ne faccio una mania
Ma qui il quadro non e’ tondo
Sono stata una Ministra
Non ho avuto il portafoglio
Ora salto ‘sta finestra
E non varco più’ quel soglio.

Gli Haiku fra Maroni e Saviano. I due legano e vanno via insieme?

Vieni via Maroni

Il Ministro degli Interni Maroni lunedì sera esce fuori dal Ministero per andare alla RAI. Sarà alla trasmissione di Fazio e Saviano per rispondere per le rime alle accuse di mafiosità rivolte alla Lega dall’autore di Gomorra. Per le rime o per gli Haiku? Diremmo più questi ultimi, visto che fra i due ormai si gioca di fioretto. Sugli Haiku Tempografico ha l’esclusiva.

Maroni a Saviano

Scugnizzo smesso

Vengo lì da te

Poiché giustizia mi Lega

Saviano a Maroni

Ti Lega il ricercar consenso

Milano nella mano di cosca

Che canta Donizetti e Leoncavallo

Immagine di Hunpahu da www.flickr.com

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Berlusconi e Fini si chiedono le dimissioni a tempo di Haiku

Gli Haiku sbarcano sulle mura della Camera

Dimissioni, dimissioni. No non è il titolo di un film, ma un grido di rabbia di tutti contro tutti perché alla fine non è rimasto nessuno. La politica si chiude in sé stessa e chiede l’impossibile o quello che molto raramente accade. Le dimissioni sono come il tartufo bianco; ora si capische perché il sindaco di Alba non si è mai dimesso. Guardate gli Haiku che Berlusconi e Fini si sono scambiati oggi e trovate la forza per andare avanti senza dimettere il vostro cattivo umore.

Berlusconi a Fini

Rinuncia, abiura

Presidente che mente

Dimissioni o elezioni

Fini a Berlusconi

Giunta la tua ora

Prima che Ruby balli

Te dimetti e Bondi

Immagine tratta da www.flickr.com

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Ecco la poesia su tempografico scritta da Tremonti per il compleanno. Grazie signor Ministro

Riceviamo e pubblichiamo l’augurio in versi rivolto a tempografico dal nostro Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nella segreta speranza che la sua economia sia la nostra prodigalità, poiché siamo convinti che, in fondo, si possan trarre molti benefici dall’eccesso.

 

Tempografico fa un anno

E sono ancora Ministro

Io non ho subito danno

Ma il Paese è un pò sinistro

Oggi rido su Brunetta

E sbeffeggio il Cavaliere

Ma non so come si metta

Mezzo vuoto ora è il bicchiere

Ché l’Italia forse è in crisi

E’ invenzione dei giornali

Di bugiardi siamo intrisi

E non mancano poi i mali

Ma io son Giulio Tremonti

E conosco la materia

Non ci sono proprio sconti

E non manca la miseria

Della satira ho bisogno

E su base quotidiana

Tempografico è il mio sogno

Del bilancio è toccasana

Esso è fatto di parole

Mentre ai numeri io penso

Le parole non son sole

Ci riportano all’immenso

Mentre il numero è infinito

Si nasconde in ogni dove

Se fa parte poi del mito

Fa bilancio, non ci piove

Tempografico ci onori

Non ci induca in tentazione

Mai non dorma sugli allori

Ma raccolga la tenzone

Le Fiabe di tempografico. Capitolo II – Il Presidente delle barzellette

Il Presidente delle barzellette

C’era una volta un Presidente. Era uno di quei Presidenti duri a morire, di quelli che il consenso lo guadagnano giorno dopo giorno, parlando in televisione di grandi progetti, ideali irraggiungibili che fanno sognare la gente comune, quella che invece tira a campare con pochi danari. Il Presidente amava ridere e, pensando di attirare l’attenzione sempre su di sé, raccontava barzellette in ogni dove. Le narrava con trasporto, con espressione convincente, anche se non capiva se gli astanti facevano finta di ridere perché lui era il Presidente. Andava all’estero e si sforzava di tradurre le sue storielle in lingue esotiche. Non capiva che quelle stesse storie avrebbero offeso un emiro, un comandante sudamericano o un Mandarino. Proprio non ci faceva caso perché pensava che il suo Paese fosse davvero il centro dell’universo e Lui, il Presidente, l’uomo che avrebbe fatto la storia, quella con la S maiuscola. Un bel giorno, nel corso di un vertice fra Presidenti grandi più di lui, incontrò lo sguardo di una sua pari grado, una donna bellissima di un paese lontano da cui il suo importava tutta l’energia per mandare avanti la baracca. Il Presidente fece una battuta infelice e la sua pari grado lo guardò torva, offesa dall’audacia del collega che mai e poi mai avrebbe immaginato la sua fine incombente. Tornato a casa il Presidente apprese che quel Paese avrebbe tagliato le forniture energetiche; il tutto in pieno inverno, dinanzi a quel sole pallido che timidamente fendeva le nuvole. E il buio fu più buio e fiat lux era ormai solo una preghiera nei luoghi di culto. Il Paese fu presto in ginocchio e questo non era più uno scherzo. Ma il Presidente, rimasto a bivaccare nel palazzo in una stanza completamente buia, così si rivolse ai suoi collaboratori: “Da oggi giocheremo solo a mosca cieca”.

Vignetta / Smog / Il Sole della Padania Illumina Roma Capitale

Il Sole della Padania Illumina Roma Capitale
Il Sole della Padania Illumina Roma Capitale

In questa vignetta di Smog i simpaticissimi Romani si svegliano al sole delle battute di Bosso Bossi, statista di statura immensa e letterata. Una nostra fonte segretissima, esperto di codici machiavellici, ci fa’ notare che Vittorio Sgarbi non e’ il solo ad elevare il discorso politico usando una grande quantita’ di letame ad alto contenuto culturale. Le erudite fonti del Bossi, ci assicura la nostra fonte, sono Asterix e Obelix di Uderzo e Goscinny (quando i Galli combattevano i legionari di Cesare…) Inoltre la tradizione della metamorfosi suina ha un rispettabile pedigree letterario, dall’Odissea alla Fattoria degli Animali di Orwell. La nostra fonte, sempre segretissima, ci ricorda e ci avverte che nel romanzo di Orwell gli animali, sotto la guida dei maiali, si ribellano e combattono affinché la fattoria si trasformi in una società giusta…

Tulliani e Fini si rivolgono Haiku di sfida. “Cognato principato” vs “Leader futuribile”. Poi arriva l’irenica Elisabetta.

Fini e i Tulliani si conoscevano anche da piccoli. Certo che siamo a cavallo!
Fini e i Tulliani si conoscevano anche da piccoli. Certo che siamo a cavallo!

Gian Carlo Tulliani e Gian Franco Fini se le daranno di santa ragione fino a Santa Lucia? Al momento non è dato sapere. Questo pomeriggio, laconicamente, i due si sono rivolti Haiku di sfida per sottolineare il loro reciproco e particolare disappunto. Poi è arrivata Elisabetta con una terzina irenica, tentando la mediazione fra i due “belli de’ casa”. Quale casa? Quella delle Libertà o di Montecarlo? E quanto son costati questi Haiku? Sono stati pagati in Yen? Chissà chi lo sa? Tempografico non si tira indietro e li pubblica tutti e tre ben sapendo che tre è il numero perfetto e che tre per tre ovvero tre al quadrato fa nove.

Fini a G C Tulliani: Cognato principato/Mi sono rovinato/E ti ci mando off shore

G C Tulliani a Fini: Leader futuribile/Libera la sorella/La casa è tutta tua

Elisabetta Tulliani ad entrambi: Suvvia non litigate/Le offese ritirate/Me solamente amate

Le rime nuove di Bersani per Veltroni: “Battendo Berlusconi imporrem le nostre mani”

Ombre sul destino del PD. Ma qualcuno darà una mano
Ombre sul destino del PD. Ma qualcuno darà una mano

Bersani scrive a Veltroni ,scegliendo il dono della sintesi. Il segretario del PD, che non può fare boccacce né mai sarà Boccaccio, affida la sua risposta all’ex di turno con una serie di rime mica poi tanto banali, che tempografico ha acquisito segretamente. E sempre in gran segreto le trascriviamo per voi tempografisti:

Io ti scrivo caro Walter

E solletico il tuo ego

Perché non ti sono alter

Son nemico non lo nego.

Ma io penso già al futuro

Non scimmiotto i mirmidoni

E’ un momento molto duro

Per trionfar su Berlusconi.

Tu pontifichi da fuori

Scrivi lunghi documenti

Non mi dici “adesso muori”

Ma mi colmi di tormenti.

Io lo so che sei frustrato

e sei anche un pò felice

Ma il partito tormentato

Non necessita di antrace.

Serve pace e concordanza

Pane amore e fantasia

Religione e temperanza

Non buttiamo tutto via.

Poiché è forte il Cavaliere

E con Massimo egli inciucia

Mette tutti nel paniere

Le speranze a tutti brucia.

Ora basta divisioni

Noi non siam così lontani

E battendo Berlusconi

Imporrem le nostre mani.

Immagine di addrien

niente mani giunte, no, niente mani giunte

Esplode la Haiku fashion. Brunetta e Fassino, lo scontro è divino

Quando l'Haiku è su Fassino dal saké si passa al vino
Quando l'Haiku è su Fassino dal saké si passa al vino

Esplode la moda fra i politici di scambiarsi gli Haiku. Dopo il duello di prammatica fra Berlusconi e Fini, dalla retrovie spuntano Renato Brunetta e Piero Fassino, che mai e poi mai si sono amati né si ameranno. I due si sono rivolti degli Haiku self explaining, mentre Claudio Baglioni scriverà “Questo piccolo grande Haiku”, un pezzo di musica minimalista per minima moralia, nacchere e orchestra. Ma ecco a voi gli Haiku dei due esponenti del PDL e del PD (qual è la differenza?) dove lo scontro da terrestre si fa divino.

Fassino per Brunetta: Bieco centimetro/Carne e miniatura/Molosso hobbit

Brunetta per Fassino: Osso macilento/Triste grissino/Adagio lamentoso

Immagine di rogimmi

Palalido, Elezioni Politiche 2006: incontro Romano Prodi e Piero Fassino

Berlusconi e Fini si scambiano degli Haiku. Il Paese è ormai fatto di parole

Un poeta conta le sillabe del suo Haiku
Un poeta conta le sillabe del suo Haiku

Berlusconi e Fini comunicano ormai per monosillabi o quasi. L’ultima stravaganza è stata quella di adottare una composizione poetica di origine giapponese. L’Haiku consta solo di tre versi per un massimo di sette sillabe e, nella fattispecie,  si adatta molto bene a descrivere tutto il vuoto di una vita. Del resto il Paese è ormai fatto di sole parole; i fatti sono solo i tossicodipendenti.

Gianfranco Fini : Silvio maramaldo/Tigre di cartone/Sol televisione

Silvio Berlusconi:Fini minaccioso/Cane che non morde/Fuoco che non arde

Immagine di Chernobyl Bob

http://www.flickr.com/photos/chernobylbob/4281413373/sizes/z/