Quattro favolette morali in materia di imposte

1. In quel Paese la maggioranza non pagava le tasse. Cosi’ il Governo, sapendo di riscuotere il consenso della maggioranza, non applico’ le leggi anzi, al contrario, ne approvo’ una che aumentava le imposte a tutti coloro che le pagavano. Cosi’ rimase al potere nei secoli dei secoli.

2. Un Ministro dell’Economia conosceva a menadito l’efficacia dell’imposta indiretta e ne abuso’ in lungo e in largo fino a quando, indirettamente, si accorse che quelle imposte toccavano anche il suo di portafoglio. Cosi’ disse in diretta tv che le imposte indirette sarebbero state abolite direttamente dal Direttorio da lui presieduto.

3. C’era una volta l’IVA ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto. Era una tassa che aveva un senso soltanto in presenza di un effettivo valore aggiunto. Ma quando di quel valore non ci fu piu’ traccia, il gettito raggiunse in poco tempo una cifra vicina allo zero. Cosi’ il Governo corse ai ripari e istitui’ un’imposta nuova di zecca. Si chiamo’ IVM, Imposta sul Valore Morto, e venne riscossa durante i funerali, fatta eccezione per quelli di Stato.

4. Ci fu a un certo punto della Storia un uomo che per vent’anni predico’ la riduzione delle imposte. Il suo appariva ai piu’ come un messaggio messianico e palingenetico; la gente comune aveva bisogno di credere in un mondo migliore. Ma le tasse non accennavano a diminuire; al contrario non cessavano di aumentare. Oggi quell’uomo non c’e’ piu’, ma la sua promessa e’ ancora nell’aria, nell’attesa di un successore che riproponga la stessa cattedrale di illusioni.

Bisignani scrive una poesia dagli arresti domiciliari. “Da questa casa/ Normo questo Paese/Troppo normato/Mai normale”

Dagli arresti domiciliari il faccendiere e capo in pectore della P4 Luigi Bisignani invia a tempografico un messaggio in una bottiglia. Non e’ un SOS ma solo una sua poesia, un suo sfogo che pubblichiamo con interesse.

Dal telefono dispongo
Strategie senza fili
Non piu’ marionette
Ma videogiochi di potere
Ostacoli su ostacoli
Inutili da me pensati
Amministratori venuti dal nulla
Generati non creati
Rispondono fedeli
Perche’ so leggerne il pensiero
Prenderli per mano
Nella corrente
Insegnargli a battersi
Nelle tonnare della politica
Li ho visti nascere
Crescere e morire
Tutto attraverso le loro voci
Che’ il telefono e’ la mia storia
Sentiero di parole incise
Si dipana all’orizzonte
Dove creare  il vuoto
Laggiu’  il potere prende forma
Gli uomini sono  immagini
Mia la parola di vera materia
Da questa casa
Normo questo Paese
Troppo normato
Mai normale
E i domiciliari non mi pesano
Restar immobile anni
Dire una sola parola
Per cambiare il destino
Questo vuole l’Italia
E non restero’  in silenzio.

Archiviare P 4 e rilanciare P 5. Il Governo vuole loggia libera da intercettazioni

 

il governo fa' sentire la sua viva voceIl brevetto della P 4 non e’ andato lontano. Mancava fantasia a Bisignani e non c’era proprio nessuna invenzione; solo il solito sciocchezzaio spettegolante del tutti contro tutti. Ora il Governo vuole fare sul serio grazie anche ai buoni uffici di D’Alema, che non vede reati nelle manovre telefoniche della loggia. Subito un decreto sulle intercettazioni, che saranno consentite solo dopo nulla osta del Presidente del Consiglio, sentito il parere di Bisignani. “Il Paese e’ fermo perche’ ascolta troppo e non si vive di solo audio” ha dichiarato un iracondo Silvio Berlusconi. Ma Vendola rilancia: “Intercettazioni forever; magari anche video; dalle espressioni del viso si coglierebbero le reali intenzioni di questi malfattori”.  La maggioranza andra’ avanti, sperando di intercettare il consenso di chi ha qualcosa da nascondere; dunque praticamente di tutti. Ma nel PDL non si vuole piu’ parlare di scheletro nell’armadio, un espressione obsoleta. “Per noi e’ meglio parlare di escort nel como”” ha dichiarato Paolo Bonaiuti dalla Presidenza del Consiglio. Come dargli torto?

 

Debito greco. L’Europa comprera’ milioni di tonnellate di feta. Produttori di gorgonzola in guerra

La guerra del debito diventa guerra del formaggio. L’Unione Europea accetta il piano feta greco. Al posto dei bond i risparmiatori continentali si impegnano a divorare quantita’ pantagrueliche del noto formaggio a pasta morbida ellenico. Per il Ministro dell’Agricoltura Romano “questa cosa non s’ha da fare. Se il debito greco puzza non c’entra nulla il formaggio”. Per tutta risposta  i  nostri produttori di gorgonzola hanno polemicamente gettato quantita’ industriali dell’aromatico formaggio italiano presso il Consolato greco di Milano. I dipendenti sono stati evacuati dai Carabinieri grazie a delle maschere per l’ossigeno. Ora si teme per un attacco alla fontina, mentre in Francia misure di sicurezza sono state approntate per contenere la furia dei produttori di Roquefort e del loro mentore José Bové. E mentre Berlusconi fa il tifo per il Formaggino Mio,  il leader dell’opposizione Bersani esalta il Parmigiano come il vero formaggio del Bel Paese. Ma forse il capo del PD ha fatto la solita confusione e, a breve, potrebbe ripiegare sull’inossidabile caciocavallo.

P4 o PS4? La politica e’ ormai una playstation in 3D

Dopo l’inchiesta dei pm di Napoli – che ha portato all’arresto del faccendiere Luigi Bisignani e alla richiesta di arresto per il parlamentare PDL Papa –  si parla gia’ di una loggia P4. Del resto le logge in Italia si evolvono esattamente come le playstation o gli i Phone. I giochi sono sempre piu’ complessi, colorati e raffinati. Ma i personaggi sono gli stessi: cosi’ Bisignani diventa una sorta di Mario Bros oscuro e gli intrecci della politica una versione mica tanto edulcorata dei Pokemon. Bisignani, invece di informare Gianni Letta sui processi a carico del Premier, avrebbe fatto meglio a brevettare il suo gioco di potere per venderlo alla Sony o alla Nintendo.  Non e’ un mistero per nessuno che per mettere in commercio il Nintendo DS, l’azienda giapponese dovette pagare profumate royalties ai Democratici di Sinistra e convincerli a cambiare nome.
Papa e Bisignani dovrebbero dunque fare della PS4 un autentico marchio di fabbrica; solo cosi’ potrebbero aiutare il made in Italy in profonda crisi. Esportare la dietrologia, un concetto che secondo lo scrittore Don De Lillo esiste solo in italiano, potrebbe contribuire a migliorare il rosso della nostra  bilancia commerciale. Certo, equivarrebbe  a vendere all’estero  il peggio del peggio, ma se e’ questo che passa il convento,  Papa permettendo, cerchiamo almeno di diffonderne i benefici sulla collettivita’.

I pensieri profondi di Muwatalli: senza ruota non circolano idee

Io Muwatalli ex imperatore hittita, nella solennita’ della mia nascita e dalla soleggiata Cappadocia, mi sento di dire quanto segue: quando non esisteva la ruota nessuno sapeva che il mondo e’ tondo e nessuno giocava a girotondo, anche se il mondo avrebbe potuto cadere proprio all’improvviso. Non si saliva sul carro del vincitore e non si seguivano le persone a ruota. Quando uno era arrabbiato non poteva dire che gli giravano i c.,  e nessuno avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe esistito Giotto da Bondone. La fortuna stessa non girava e le palle erano sempre quadrate. Nessuno sapeva che le torte erano tonde e lo sport nel tempo libero non si faceva al circolo. Non esistevano orologi e la circolazione delle idee era pressoche’ impossibile, anche se oggi non direi che si siano fatti molti progressi in questo senso. Nessuno pensava che una cosa gli sarebbe capitata in base all’adagio del gira che ti rigira. Infine non esistevano i centrotavola, invenzione fondamentale per la civilta’ del buon cibo; lo dico perche’ amo mangiare davanti a una partita di calcio e dire a tutti che la palla e’ rotonda, cosa che i miei antenati ignoravano beatamente.

Esiti dei referendum. Primo: il Governo fara’ acqua

Con la vittoria del si ai due referendum sulla privatizzazione dell’acqua il nostro Governo ha da oggi un compito mica da ridere. Dovra’ fare e distribuire acqua, cosa non scontata in tempi di siccita’. Ma se guardiamo agli ultimi tre anni, ovvero da quando e’ in carica, notiamo che lo stesso Governo non ha fatto altro che fare acqua. Oggi una valanga d’acqua ha travolto il Titanic, ma  l’esecutivo, complice Apicella, intende continuare a suonare la stessa musica. L’opposizione gongola, cavalcando il dissenso della gente che non ne piu’ di vedere il Paese immobile solo perche’ per Berlusconi  la donna deve essere mobile, ora e per sempre. Ma non siamo certi che, col prossimo giro della ruota della fortuna, il PD sia in grado di far andare la nave. I problemi interni alla sinistra non mancano mai e con Vendola e’ assicurata una bella girandola. Vorremmo non piu’ vedere nascere gruppi parlamentari dal nulla e che la politica fosse davvero piu’ responsabile. C’e’ una rivoluzione non tanto silenziosa in Italia; speriamo che essa sia anche vera e non riporti in auge soltanto personaggi sul viale del tramonto. Per questo auspichiamo tutti  che l’acqua non serva soltanto per assistere al loro canto del cigno.

Referendum: un elettore alle urne. “Una scrutatrice mi scruto’ negli occhi e fu si al primo sguardo”

Stamattina mi sono alzato di buon ora; non che lo faccia di solito, ma volevo togliermi il pensiero del voto per poi magari andare in spiaggia con la chitarra a tirare su qualche euro che’ in metropolitana nessuno piu’ apprezza le mie digressioni su Bennato e Finardi. Mi reco al seggio, una scuola  dalle mura lise per aver  ascoltato anni di parolacce e insulti, do al Presidente di seggio il mio certificato e ritiro quelle tristi schede dai colori impalpabili.  Una giovane scrutatrice dall’espressione languida mi scruta negli occhi come se nello sguardo ci fosse tutto il significato di questo voto di  mera affermazione/negazione. E insistendo con lo sguardo improvvisamente mi convince: non si poteva  proprio dire di no dinanzi a un cristallino tanto prodigioso. Allora mi butto a capofitto nell’urna e, solo allora, all’interno di quel loculo in legno compensato mi ricordo della mia armonica a bocca estranedola come un’arma segreta. E cosi’ inizio ad intonare  una serie perfetta di canzoncine anni ’60, da “Senza fine” a “E se domani, mentre il Presidente di seggio arresta le operazioni elettorali reclamando l’intervento delle forze dell’ordine. Giungono  due agenti all’apparenza nerboruti ma in realta’ ordinariamente  flaccidi. Chiendendomi se mi sento bene, sento che mi sollevano di peso per portarmi al Commissariato di zona. Non so che tipo di reato mi contestano, ma non mi sequestrano l’armonica e questo per me resta un gesto magnanimo. Al contrario l’ispettore, rimasto solo con me nella stanza, mi chiede di intonargli “Anima mia” dei Cugini di Campagna.
Lo faccio con trasporto  e solo in quell’istante  mi ricordo che il mio voto e’ andato perduto.
Tutto per lo sguardo scrutatore di una scrutatrice.

Tempo di referendum: quattro considerazioni finali sul significato di quesito

1. C’era una volta un quesito che non trovava risposta. Alla fine qualcuno rispose, ma qualcun altro dimostro’ immantinente che quella soluzione era errata. E da allora  quello stesso  quesito e’ rimasto li’ solo soletto, aspettando Godot.

2. Dovevo dire si o no e mi chiedevo perche’ non si potesse rispondere con un forse. Mi dissero che forse avevo ragione e forse no. Solo allora mi convinsi e dissi si.

3. Quel giorno tutti andarono al mare e le urne rimasero deserte. Il Presidente di seggio preparo’ un intero esame universitario e la segretaria si mise lo smalto sui piedi, facendosi bella per la sera, quando avrebbe detto si’ al suo ganzo.

4. Quando si fanno delle domande si presume che chi debba rispondere sia in grado di farlo.  Non sempre questo accade o meglio quasi mai. E l’impedimento e’ del tutto legittimo dinanzi a domande cretine.