Pisapia: “Abbiamo vinto con ironia”. Ora pero’ rischiano di prendersi sul serio

Il centro-sinistra ha sbaragliato le elezioni comunali. Questo soprattutto grazie alla complicita’ di un centro-destra sempre piu’ sinistro, asfittico  e  monotono. “Abbiamo vinto con ironia” dice un gongolante Pisapia. Ironia della sorte diremmo, perche’ contro l’ormai lisa furia iconoclasta di Berlusconi avrebbe vinto perfino Barbapapa’. Ma si puo’ governare con ironia? Certamente; prendere in giro l’elettorato e’ prerogativa della nostra politica soprattutto quando essa si prende troppo sul serio, come se fosse stata in un baleno investita di una missione trascendente. Dunque ci auguriamo tutti di cuore che i Pisapia, i De Magistris, gli Zedda si rendano conto che non hanno particolari meriti, se non quello di esser stati gli avversari del nulla. E’ vero la Moratti si prendeva troppo sul serio, credendosi epigona di quella Milano da bere che la dava a bere. Ma l’euforia da spritz non poteva durare, e non era piu’ sufficiente mettersi in mostra con l’Expo. Bersani, con la sua consueta creativita’, ha dichiarato: “Governeremo per tutti”, prenotandosi per un posto a Palazzo Chigi. Ma Berlusconi e’ d’accordo con la Lega e ha varato una union sacrée fino al 2013, dissacrando il concetto stesso di maggioranza con la sua proverbiale abilita’ nella cosmesi. Perche’ bisogna dirlo, la politica e’ truccata da effetti speciali che nessuno saprebbe spiegare. Non importa se poi il film e’ vecchio, trito e ritrito. I remake possono avere piu’ successo degli originali; attendiamo a breve l’uscita di un sequel del sequel di “A volte ritornano”.

Le poesie elettorali. Brunetta: “Mi chiaman nano/gigante politico fui”

Ecco un pensiero di Brunetta ingrandito al microscopio elettronico

Anche Renato Brunetta, dalla funzione pubblica, scrive dei versi elettorali. Lui che fu trombato come sindaco di Venezia sa quanto bruciano le sconfitte. Eccolo dunque lancia in resta in supporto della Moratti e di Lettieri.

 

Son Renato e son rinato

da Ministro ho fatto tutto

or la gente è più operosa

perché gode dal lavoro

i fornelli poi i tornelli

la riforma ha fatto effetto

e io vivo con affetto

del Governo il sentimento.

Ma ci sono le elezioni

nei Comuni i ballottaggi

non mi vollero a Venezia

e a Milano Pisapia

la Moratti manda via

De Magistris è immondizia

grati son napoletani

quindi è dura per Lettieri

niente pizza a lui domani.

Nel mio piccolo non voto

ma son qui per consigliare

la sinistra è più sinistra

e la vita non è uguale

nulla serve il cambiamento

se poi Marx fa capolino

Stalingrado torna in auge

Bolscevico è pure il vino.

Son Brunetta

forse nano

ma gigante dello Stato

dalla pianta sono sceso

voglio prendervi per mano

libertà è la mia parola

al lavoro tutti quanti

la parola poi non basta

se essa è lasciata sola

lavorare tutti quanti

senza andare mai in pensione

ci si annoia a non far nulla

e si vive con tensione.

Ma votate allegramente

giù Lettieri su Moratti

poiché ieri oggi e domani

la sinistra è sol dei matti.

 

Veltroni fa i versi delle elezioni. “Fui sindaco amato / Mai piu’ lo saro'”

Walter e’ nostalgico e queste elezioni sono la sua Musa ispiratrice. Lui che fu sindaco di Roma scrive adesso ma anche, perche’ no, dopo:

Fui sindaco amato
e anche no
pur sempre eletto
nessuno mai
lesse i miei libri
che scrissi col sangue
e anche no
a Pisapia dico si
Letizia anche
puo’ vincere ancora
che’ Nichi e’ regista
volevo esserlo io
ma la politica
e’ un brutto film
drammatico
e anche un horror
horror vacui
e fantascienza
mi attende nel sole
di Roma
fui sindaco di tutti
e anche di nessuno
ora solo fra rovine
ma il PD non e’ il Foro
rischia il buco
voragine profonda
di creste e bond
vorrei esser Premier
e anche no
che’ nessuno mi vuole
queste elezioni
gia’ vissute e vinte
e anche perse
non esiste pareggio
per citta’ immense
di disparita’
e fui sindaco
mai piu’ lo saro’
meglio fare un gesto
come Mandrake
sparire per non morire
sognare forse
essere
e anche no.

Standard & Poor’s: “Prospettive economiche negative per l’Italia”. Carfagna: “Noi poveri ma belli”

Secondo l’agenzia di rating S & P l’Italia deve fare le riforme per la crescita pena il perdurare della crisi economica. Sappiamo tutti che con Brunetta e Berlusconi questo obiettivo puo’ rimanere tranquillamente nel  libro dei sogni. Purtroppo il nostro Presidente del Consiglio e’ un grande esperto di lifting ma quando si tratta di delisting di aziende dalla borsa valori perche’ fallite davvero non sa cosa dire. E nulla valgono i tentativi disperati di Tremonti di indorare la pillola. Le cose non vanno punto. C’e’ pero’ al Governo chi riesce a rigirare la frittata peraltro gia’ fatta. Il Ministro Carfagna, in un empito di cultura cinematografica, esclama: “Noi poveri ma belli”. E con questo richiamo all’edonismo, una delle idee-forza di questo esecutivo, si chiude forse una stagione politica all’insegna del volemose male, con meno lavoro e piu’ tasse mentre i potenti macinano indifferenza e disprezzo per le masse. Poveri si ma tante balle, bugie a non finire sulle sorti del Paese, che e’ prossimo alla bancarotta, Grecia e Portogallo permettendo. E mentre le agenzie di rating scagliano il loro dardo infuocato sul nostro debito senza fine, il popolo delle rate non ha piu’ denari per pagarle. Cosi’ e’ la fine per i frigoroferi, i televisori, le auto e le abitazioni in un Paese sempre piu’ senza fissa dimora. Non c’e’ piu’ casa: consoliamoci con la Chiesa!!

Risolto il mistero del corpo di Bin Laden. E’ stato brevettato da Monsanto per creare un mais resistente agli esplosivi

Da Abottabad a St. Louis. E’ questo il percorso del corpo di Bin Laden, che e’ oggi nelle mani dei topi di laboratorio della Monsanto, i ricercatori che tanto hanno sconvolto l’agricoltura mondiale con le piante transgeniche. Lo scopo? La creazione di un mais resistente agli esplosivi per risolvere i problemi della nutrizione delle popolazioni in guerra. La reazione di Greenpeace non si e’ fatta attendere: “Se gli uomini e gli animali sono morti a cosa servira’ tutto quel mais? Perle ai porci”. Sembra che le prime prove in campo abbiano gia’ mietuto le prime vittime. Due ricercatori sono stati uccisi dall’esplosione di quattro pannocchie impazzite, trasformate all’occorrenza in mais kamikaze. E sull’accaduto Michael Moore sta gia’ preparando un documentario dal titolo emblematico: “Quattro pannocchie e un funerale”. Qualcuno avrebbe visto infatti piante di mais guidare il trattore e irrigare i campi. La preoccupazione e’ che le stesse possano imbarcarsi su qualche aereo e magari organizzare  un attentato. Per questo motivo Barack Obama, in pieno accordo con il Presidente della Commissione UE Barroso,  sta preparando una moratoria su tutti gli OGM in commercio. Ma a St. Louis i ricercatori di Monsanto dichiarano una nuova guerra secessione, minacciando di usare i nuovi ibridi. Il loro slogan intonato e’ tutto un  programma: soia chi molla!

Elezioni. Berlusconi: “Le comunali ai comunisti? E’ normale”

Le citta’ sono ingovernabili? Per tenere saldo il timone del Governo, ci vuole un vero Braccio di ferro…

Brucia al Premier il tonfo milanese della Moratti, costretta al ballottaggio contro un incredulo Pisapia. E mentre il PDL se la prende con la Santanche’, santificando gli azzurri moderati ed ex democristiani, il Terzo Polo  rimane al palo. Ma Silvio ne sa una piu’ del diavolo: “le comunali le lasciamo ai comunisti. Sono come la coppa Italia che il Milan ha scartato a favore dell’Inter”. Le citta’ sono ingovernabili? La nuova strategia e’ quella di lasciarle al centro sinistra e continuare a sottrargli risorse; un modo come un altro per tenere saldo il timone del Governo. Tutto calcolato dunque per il Cavaliere, che ha scatenato la furia di Bossi, un politico che ha costruito sul localismo la sua potenza di fuoco elettorale. “Perdere Milano e’ come perdere Legnano, ma legneremo il Governo se servira’ a far capire che la Lega e’ l’unica forza di Governo che ancora ci lega”. Il Senatur ha parlato dinanzi alle  giovani leghiste  nella loro uniforme  ideale:  indossando i leggins le ragazze padane  fanno ormai concorrenza a veline e letterine oltre a suscitare l’interesse mica tanto morboso di Fede e Mora.

Pisapia diventa Pisapio per ottenere i voti della Chiesa. Ma il discorso della montagna non vale in Pianura Padana

L'ultima cena secondo Pisapio

Dopo le accuse di terrorismo Giuliano Pisapia corre ai ripari. E’ vero che la Moratti ha detto una bugia, ma è innegabile che i trascorsi dell’avvocato milanese siano tutto meno che quelli di un chierichetto. E così ecco il colpo di scena: da stamane all’anagrafe Pisapia si chiama Pisapio. L’intento è di sicuro quello di attrarre il voto cattolico e moderato. Il buon Giuliano è stato già visto nei pressi di Santa Maria delle Grazie dove, guarda caso, servirà la sua ultima cena prima del voto, con buona pace di Leonardo. Ma le genuflessioni non sono il pezzo forte di Pisapio, che lamenta un’infiammazione al crociato, dopo una partita di calcetto giocata contro il giudice Spataro. E così Pisapio sgrana il rosario, oltre agli occhi, tentando di convincere gli “amici” di Comunione e Liberazione a scrivere il suo nome nel segreto dell’urna che, per i cattolici osservanti, assolve ormai una funzione meta-confessionale. In queste ore Pisapio sta rileggendo il Nuovo Testamento e, in particolare, il discorso della montagna dal Vangelo secondo Matteo.  Ma si accorgerà che è molto difficile portare il discorso della montagna sulla pianura padana e muoverà direttamente all’Apocalisse sperando che le sette trombe suonino l’ora della Moratti. Poi arriverà il silenzio e il voto di domenica, pieno di incognite. Che Dio gliela mandi buona.